- Palermo
- Palazzo Reale e Cappella Palatina
- Palazzo Zisa
- Cattedrale di Palermo
- Chiesa di San Giovanni degli Eremiti
- Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio
- Chiesa di San Cataldo
- Ponte dell’ammiraglio
- Duomo di Monreale
- Duomo di Cefalù
Breve descrizione del sito
La cattedrale di Santa Maria Nuova è stata costruita nel XII e XIII secolo per volere di Guglielmo II d’Altavilla, re di Sicilia. La Cattedrale è famosa in tutto il mondo per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l’interno.
Dopo la costruzione, la cattedrale è stata più volte modificata. Nel Cinquecento, su progetto di Giovanni Domenico Gagini e Fazio Gagini, venne costruito il portico lungo il fianco sinistro, mentre quello della facciata principale fu aggiunto solo successivamente nel XVIII secolo. Sempre nel Cinquecento fu realizzata gran parte del pavimento interno. Tra il 1816 ed il 1837 fu ricostruito il soffitto distrutto da un incendio.
La facciata è chiusa ai lati da due torri campanarie, delle quali quella di sinistra rimasta incompiuta al primo ordine. L’ingresso è preceduto dal portico settecentesco, in stile barocco. Nella parte superiore della facciata, terminante con un basso timpano triangolare, si apre una monofora ogivale incorniciata da una decorazione ad archetti ciechi intrecciati fra di loro.
L’interno, a croce latina è a tre navate, ognuna terminante con un abside semicircolare
I soffitti sono a travature scoperte dipinti nelle navate e a stalattiti di tipo arabo nella crociera.
Il presbiterio occupa interamente l’area della crociera, nella quale è cinto da transenne neogotiche, e dell’abside maggiore. Ospita, nella crociera, su due file gli stalli lignei del coro, in stile neogotico e, sotto l’arco absidale, contrapposti, il trono reale e la cattedra episcopale. L’altare maggiore barocco è opera di Luigi Valadier (1711).
Area Web dettagliata sul sito La Sicilia in Rete: Palermo Arabo Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale
Link whc.unesco.org: http://whc.unesco.org/en/list/1487/
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Foto: Ignazio Caloggero
Contributi informativi: Ignazio Caloggero, whc.unesco.org